Affitti a Milano, foto generica generata Ai

Milano, simbolo del dinamismo economico italiano e capitale della moda e del design, continua a essere tra le città più attrattive d’Europa. Tuttavia, dietro la sua immagine scintillante si nasconde una realtà sempre più complessa: vivere nel capoluogo lombardo sta diventando un lusso per pochi. Il tema del caro affitti è ormai da tempo al centro del dibattito pubblico, ma oggi il problema sembra essersi esteso a tutte le dimensioni della vita quotidiana. A Milano, non è solo difficile trovare casa: è complicato riuscire a restarci.

Affitti da capogiro: il mercato immobiliare fuori controllo

Negli ultimi cinque anni, i canoni d’affitto nel centro e nelle zone semicentrali di Milano sono cresciuti vertiginosamente. Secondo i più recenti dati di settore, per un bilocale si arriva a pagare tra i 1.200 e i 1.600 euro al mese, con punte ancora più alte in quartieri come Brera, Porta Nuova o CityLife. Anche le periferie, un tempo rifugio per chi aveva un budget più contenuto, stanno conoscendo aumenti sostenuti, complice il processo di riqualificazione urbana che interessa aree come NoLo, Lambrate e Corvetto.

Il risultato? Sempre più giovani, famiglie monoreddito e lavoratori con stipendi “normali” – ovvero nella fascia compresa tra i 1.300 e i 2.000 euro mensili – faticano a trovare soluzioni abitative sostenibili. Spesso si è costretti a condividere appartamenti, accettare sistemazioni precarie o allontanarsi dal centro, con ricadute significative sulla qualità della vita.

Costo della vita in crescita, salari fermi

Ma non sono solo gli affitti a preoccupare. Milano si conferma come una delle città più care d’Italia anche per quanto riguarda trasporti, servizi, ristorazione e spese alimentari. Il prezzo di una colazione al bar, di un pranzo veloce o di un abbonamento ai mezzi pubblici è salito costantemente, mentre i salari non tengono il passo.

Il carovita colpisce in modo particolare chi lavora nei settori della ristorazione, del commercio al dettaglio, dell’assistenza e della cultura, dove i contratti part-time o precari sono la norma. Chi riesce a entrare in aziende strutturate o a ottenere un posto nella pubblica amministrazione può contare su un reddito più stabile, ma anche in questi casi il margine di risparmio resta esiguo.

La fuga dalla città: una tendenza in crescita

Di fronte a queste difficoltà, cresce il numero di milanesi che scelgono di trasferirsi in provincia, nei comuni dell’hinterland o addirittura in altre regioni, alla ricerca di un equilibrio tra lavoro e vita privata. Località come Monza, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese e Rho stanno diventando sempre più attrattive, grazie a collegamenti ferroviari rapidi e a una qualità della vita più accessibile.

Tuttavia, il pendolarismo comporta costi aggiuntivi, tempi di spostamento lunghi e un aumento dello stress quotidiano. Per molti, si tratta di una soluzione necessaria ma non desiderata.

Le contromisure: tra edilizia popolare, co-housing e nuove politiche abitative

Il Comune di Milano ha avviato negli ultimi anni alcune iniziative per fronteggiare l’emergenza abitativa, tra cui progetti di edilizia sociale, incentivi al co-housing e alla rigenerazione di edifici pubblici. Tuttavia, secondo molti osservatori, si tratta ancora di misure insufficienti per contrastare un problema strutturale che richiederebbe un intervento organico a livello nazionale.

Serve una nuova politica abitativa che coinvolga istituzioni, costruttori e investitori, e che metta al centro il diritto alla casa come elemento fondamentale di una città inclusiva. Senza un cambio di rotta, Milano rischia di diventare una città esclusiva, destinata solo a chi può permettersela.

Conclusione: Milano per tutti o solo per pochi?

La domanda è sempre più urgente: Milano continuerà a essere una città per tutti o si trasformerà in una metropoli riservata alle élite? La risposta dipenderà dalle scelte politiche e urbanistiche dei prossimi anni, ma anche dalla capacità della società civile di farsi sentire. Perché vivere a Milano non dovrebbe essere un privilegio, ma una possibilità concreta per chiunque contribuisca ogni giorno alla sua crescita.

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