«Le aziende ci hanno contattate, ma le abbiamo fermate, non vogliamo brevettare nulla. La nostra ricerca l’abbiamo fatta senza fini di lucro». È quanto sottolinea al Sole 24 Ore (oggi in edicola con il nuovo rapporto Lombardia) Valentina Massa, che con le colleghe Elisa Borghi, Daniela Carmagnola e Claudia Dellavia, ha messo a punto il test salivare molecolare per l’identificazione del coronavirus.
Rapido e non invasivo, il test è stato ottimizzato sulla base di un protocollo dell’Università di Yale dalle ricercatrici dell’Università Statale di Milano, che sono anche quattro mamme e questo le ha spinte a trovare l’alternativa al tampone faringeo. Quest’ultimo è quello dal quale si esegue il test molecolare “classico”. Il tempo medio per ottenere il risultato è intorno alle 12-24 ore ma, in caso di eccessiva richiesta, possono essere necessari alcuni giorni. È il test di riferimento per la definizione di caso di Covid-19. Permette di diagnosticare un’infezione da nuovo coronavirus in fase attiva, e viene eseguito in laboratori autorizzati a livello nazionale o regionale, che abbiano superato una valutazione di efficienza da parte dei laboratori di riferimento nazionali.
Invece il Test molecolare su saliva ricerca la presenza del virus nella saliva, prelevata dalla bocca mediante tampone o pipetta. Il nuovo protocollo di raccolta ha diversi vantaggi: elimina il fastidio del tampone naso-faringeo, protegge gli operatori sanitari dall’esposizione potenziale al virus, supera il problema della carenza di tamponi naso-faringei.
Brevetti: Milano, Mantova e Como le province più innovative
Il Rapporto Lombardia presenta anche l’ultimo resoconto, basato sull’Innovation patent index, del Centro sull’innovazione tecnologica e digitale della Liuc Business School di Castellanza. L’analisi è stata condotta a partire da cinque indicatori: efficienza (basata sulla quantità dei brevetti), tempo, internazionalizzazione (numero di estensioni geografiche), qualità (numero di backward citation) e diversificazione (numero di classi tecnologiche brevettuali). Sulla base di questi parametri sono Milano, Como e Mantova le tre province lombarde con la maggiore capacità innovativa seguite da Cremona, Varese, Brescia, Lecco, Monza e Brianza, Bergamo, Sondrio, Pavia e Lodi. Secondo lo studio, i settori nei quali si concentra l’innovazione in Lombardia sono quello chimico, quello medicale e quello ingegneristico. Inoltre, i ricercatori della Liuc Business School hanno elaborato un altro ranking, dedicato alle province con più alta intensità di innovazione sostenibile.
(testo da comunicato Sole 24 Ore)