Gli avvocati Monica Pagano e Matteo Marini

E’ una decisione che farà scuola quella presa recentemente dal tribunale di Forlì, in Emilia-Romagna, dove una donna si è trovata sulle spalle 350mila euro di debiti. Una cifra che non avrebbe mai potuto pagare, visto che la 50enne vive con il reddito di cittadinanza e deve anche mantenere una figlia piccola. Applicando la legge 3/2012, conosciuta anche come “ammazza-debiti”, però, i giudici hanno stabilito un principio quasi rivoluzionario: se troverà un lavoro “vero”, la donna pagherà quanto potrà nei prossimi quattro anni. Altrimenti, al termine di quel periodo, si vedrà comunque cancellata l’intera somma.

La 50enne, nel 2003, aveva aperto un’attività commerciale con un socio. Poi, nel 2007, ne aveva rilevato le quote recuperando la cifra necessaria con un finanziamento. Ma nel 2012, a causa della crisi, ha dovuto chiudere. E nel frattempo è intervenuta la burrascosa separazione con il padre della figlia, con cui nel 2008 aveva anche stipulato un mutuo da 200mila euro per comprare casa.

La relazione si è interrotta dopo pochi mesi e l’uomo le ha lasciato un conto pesante, rifiutandosi perfino di versare denaro per il mantenimento della minore. Fino al 2013 la 50enne è comunque riuscita a pagare le rate, acquistando anche la quota della casa che era dell’ex compagno. Ma, dopo la chiusura della sua attività, ha dovuto ricorrere a continui prestiti per pagare i debiti pregressi e far fronte alle spese del quotidiano. Finché non ha potuto più onorare gli impegni e la casa – pochi mesi fa – è stata venduta all’asta (a un quarto del mutuo stipulato inizialmente).

A quel punto la donna, disperata, si è rivolta allo studio legale Pagano & Partners, che ha chiesto ai giudici – e ottenuto – l’applicazione della legge 3/2012.

“Il tribunale di Forlì – spiega l’avvocato Monica Pagano, che ha seguito il caso con il collega Matteo Marini – ha ribadito un principio importante, che sta alla base della legge: ciascuno deve pagare quanto può e nessuno può essere ‘condannato’ ai debiti a vita. Secondo quanto stabilito dal giudice, a fronte di 348.800 euro di debiti, la donna verserà nella procedura i 53mila euro derivanti dalla vendita all’asta della casa. Poi, se riuscirà a trovare un lavoro o altre fonti di reddito, metterà a disposizione dei creditori una parte dei suoi ricavi (tolte le spese necessarie per vivere) per i prossimi quattro anni. Ma, tanto più di questi tempi, non è certo facile trovare lavoro per una donna di 50 anni e anche nella malaugurata ipotesi che ciò non dovesse accadere – conclude l’avvocato – al termine dei quattro anni la donna potrà comunque richiedere l’esdebitazione. Cioè la cancellazione completa dei quasi 300mila euro di debiti rimanenti”.

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