Debiti, foto generica da Pixabay

Per anni hanno gestito le fiorenti attività di famiglia nel settore immobiliare, garantendone i finanziamenti con il proprio patrimonio personale. Poi si sono trovati sulle spalle ben 5 milioni di euro di monte debiti. Ma i giudici del tribunale di Lodi – applicando la legge 3/2012, come richiesto dagli avvocati dello Studio Pagano & Partners – hanno stabilito che pagando 1.250 euro al mese circa per quattro anni potranno chiedere, al termine della procedura, la cancellazione di ogni pendenza economica.

Protagoniste di una vicenda sono una donna milanese di 66 anni (originaria di Crema) e una 50enne di Lodi. Insieme all’uomo (marito della prima e genitore della seconda in altre nozze) hanno operato a lungo nel settore immobiliare, ma la crisi mondiale del 2007 – e alcuni mancati pagamenti per somme importanti – hanno portato nell’ultimo quinquennio al fallimento di tutte le società che le donne amministravano. E all’aggravamento delle condizioni di salute dell’uomo, deceduto quest’anno.

“Il risultato di questa tragica situazione”, spiega l’avvocato Monica Pagano, che ha seguito il caso con il collega Matteo Marini, “sono circa 5 milioni di debito, con 1,3 milioni di attivo complessivo (immobili, soprattutto): una somma che le due donne non avrebbero mai potuto pagare. Ma i giudici hanno applicato la legge (chiamata anche Salva Suicidi o Ammazza Debiti) dando una speranza concreta di riabilitazione a chi è rimasto incolpevolmente schiacciato da debiti che mai avrebbe potuto pagare”.

Concretamente madre e figlia, a fronte di 3,7 milioni di debiti rimanenti (tra personali e aziendali), pagheranno 1.250 euro al mese per quattro anni. Cioè 60 mila euro in tutto. Poi potranno chiedere la cancellazione degli oltre 3,6 milioni di debiti rimanenti. E cominciare una nuova vita.

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